L’iperconvergenza è una delle soluzioni più adottate negli ultimi anni: i vantaggi che porta alle aziende sono indiscutibili, sia in termini di costi che di performance. Sempre più aziende hanno scelto questo tipo di architettura per semplificare la gestione di sistemi e risorse.
Un sistema iperconvergente rimpiazza i vecchi sistemi legacy in favore di una soluzione più scalabile e guidata dal software. Un’infrastruttura iperconvergente permette di estendere la capacità computazionale e di memoria con nuove risorse, senza legarsi a un vendor specifico.
Un altro trend nato negli ultimi anni riguarda l’adozione dei sistemi ibridi, diventati tra le soluzioni preferite delle aziende IT. L’unione di soluzioni cloud, edge e on-premise permette di gestire con maggiore flessibilità i carichi di lavoro, di ridurre i costi e aumentare la sicurezza dei sistemi.
Un requisito fondamentale per le aziende è la libertà di eseguire operazioni nell’infrastruttura che in un dato momento si rivela la più adatta: la scelta è dinamica e influenzata da diversi fattori che cambiano nel tempo, come i costi, i requisiti di sicurezza dei software e la necessità di proporre il prodotto sul mercato nel più breve tempo possibile. Le applicazioni aziendali devono poter essere eseguite ovunque senza interruzioni di servizio.
L’iperconvergenza aiuta le aziende a intraprendere la migrazione verso le soluzioni ibride, garantendo continuità alle loro operazioni, e rappresenta la soluzione migliore per semplificare la gestione della nuova infrastruttura.
Iperconvergenza: una soluzione per i carichi di lavoro ibridi
Un’architettura ibrida, dove convergono soluzioni di diversa natura, può trarre enormi benefici dall’infrastruttura iperconvergente. La sfida più grande di queste soluzioni ibride è riuscire a distribuire il carico di lavoro tra i sistemi quando è necessario, per esempio per via di indisponibilità di alcune risorse o problemi di rete.
Grazie alla virtualizzazione di dati e risorse, l’iperconvergenza supporta il funzionamento alla base dell’architettura ibrida; la centralizzazione delle risorse di elaborazione, dello storage e le interfacce di gestione, inoltre, aumenta la scalabilità e la flessibilità dell’infrastruttura.
L’infrastruttura iperconvergente si è evoluta anche seguendo le esigenze dei sistemi ibridi, supportando da un lato lo sviluppo di applicazioni in-house, e dall’altro integrando diverse soluzioni cloud nell’infrastruttura esistente. L’iperconvergenza abbatte le barriere tra sistemi on-premise e in cloud: la gestione viene centralizzata, come se fosse un unico sistema.
L’iperconvergenza si rivela più adatta per workload ibridi con scalabilità lineare, nei quali cioè CPU, RAM, memoria e risorse di rete aumentano proporzionalmente all’incremento del carico di lavoro. In questi casi il sistema può essere esteso con nodi completi di ogni risorsa necessaria.
Un sistema iperconvergente permette di lavorare con un’ampia varietà di tecnologie trattandole come se fossero un unico sistema on-premise, traendo il massimo vantaggio da ciascuna di esse.
L’iperconvergenza può rappresentare il punto di partenza per l’adozione di una soluzione ibrida: semplicità di gestione e performance elevate sono i motivi per cui si rivela una scelta vincente. I sistemi, siano essi on-premise, cloud o edge, si comportano come se fossero un’unica entità gestita centralmente.